Il giorno più lungo

Il 10 gennaio, giorno previsto per la consegna delle firme in Corte di Cassazione, doveva essere una giornata di festa dal momento che, nella programmazione prevista, il giorno precedente si sarebbe dovuto sancire il raggiungimento del numero di firme necessarie a richiedere il Referendum Costituzionale.

Purtroppo le cose sono andate in maniera ben diversa: infatti alcuni parlamentari hanno avuto un ripensamento dell’ultim’ora che ha messo in difficoltà tutto il comitato promotore.

Il capofila della fuga di firme è il sen. Massimo Mallegni di Forza Italia, lo stesso gruppo cui appartiene il sen. Cangini che continua a essere uno dei promotori più attivi e agguerriti del #NOalTAGLIO.

Le malelingue suggeriscono che la tattica ti fuga sia finalizzata a non andare a nuove elezioni che penalizzerebbero la cordata cui apparterrebbe il sen. Mallegni ma non siamo in grado di verificare le reali motivazioni. Noi ci limitiamo a lanciare un invito che resterà, purtroppo, lettera morta.

Ma quello che sembrava già una spiacevole manovra di palazzo, si è confermato essere anche qualcosa di molto peggio: una sporca manovra di palazzo.

La denuncia del sen. Gregorio De Falco ai microfoni di Radio Radicale è effettivamente così dirompente da farci ricordare perché il TAGLIO dei parlamentari eserciti un così viscerale fascino sugl italiani…

Si giunge quindi al giorno della consegna delle firme apposte nei comuni italiani sui moduli che il comitato promotore ha provveduto a spedire in tutti i municipi del Paese ma l’umore tra i membri è cupo e pieno di nervosismo.

Alle 10:30, in perfetto orario, il comitato si avvicina con le scatole contenenti i (pochissimi purtroppo) moduli spediti dai Comuni italiani.

Il comitato si prepara pertanto a rilasciare un comunicato sulla raccolta delle firme ma anche sulle vicende che si sono alternate nei giorni precedenti.

La fuga delle firme e le denunce di De Falco hanno probabilmente fatto alzare il livello di attenzione da parte della stampa che finalmente sembra accorgersi che è in corso una modifica (pessima) alla Costituzione.

Il presidente del Partito Radicale, Maurizio Turco, dopo aver espresso la propria contrarietà ai tatticismi miopi della politica oltre che all’atteggiamento dell’informazione che ha rifiutato di coprire l’evento della raccolta delle firme, si trova costretto a rivolgere un appello addirittura a Matteo Salvini, quello che è il leader di uno dei due elettorati più favorevoli al taglio dei parlamentari: è ora infatti per Matteo Salvini di dimostrare che le sue dichiarazioni di voler ascoltare sempre “il popolo”, trovino riscontro in una richiesta ai suoi compagni di partito di fare si che “il popolo” possa esprimersi attraverso un Referendum.

L’incontro finisce dopo mezz’ora e il Comitato si reca quindi all’interno del “Palazzaccio” a concludere le trafile burocratiche per la consegna dei moduli. Si susseguono sui social ironie sul numero incredibilmente basso di firme consegnate.

L’atmosfera è chiaramente quella di una sconfitta ma dopo qualche ora giungono notizie non confermate:

La sensazione è che, in caso di conferma delle notizie, si profili una gigantesca figuraccia per chi è scappato dagli impegni presi, da chi sembra abbia fatto pressioni su altri firmatari per rendere irrecuperabile la “fuga di firme” e da chi ha rinnegato il sentire del proprio elettorato contrario alla riduzione. Soprattutto in confronto a chi mostrerà di non temere di dare la parola ai cittadini.

Ma finalmente abbiamo la conferma della notizia!

Le firme sono addirittura 71

Ora avrà inizio la battaglia più importante: fare informazione!