Osservatorio riforma

Che questa riforma sia pericolosa è testimoniato da una circostanza non contestabile: infatti non siamo noi a ventilare i rischi conseguenti alla riforma costituzionale ma sono gli stessi gruppi parlamentari che l’hanno approvata ad avere già svelato tutte le criticità.

Sul sito di Articolo21, Roberto Zaccaria descrive bene quali sono gli impegni promessi dal maggioritario ed eterogeneo schieramento che ha approvato la riforma in Senato:

1) elaborazione di una nuova legge elettorale per garantire il pluralismo che oggi mancherebbe

2) intervenire sull’abbassamento dell’età per il voto in Senato (che, paradossalmente, dal punto di vista numerico abbasserebbe ulteriormente il rapporto tra parlamentari e elettori)

3) modificare il principio della base regionale per l’elezione del Senato e riequilibrare il peso dei delegati regionali per l’elezione del Presidente della Repubblica, equilibrio oggi sbilanciato a favore dei consigli regonali

4) riformare i regolamenti parlamentari, garantendo alle minoranze linguistiche le tutele che oggi non avrebbero

5) limitare il ricorso alla decretazione d’urgenza e regolare il voto di fiducia

6) intervenire sui tempi dei procedimenti parlamentari garantendo alle minoranze i diritti che oggi non avrebbero

7) definire ulteriori interventi costituzionali (rapporti tra Camere e Governo; ruolo di Camere e Regioni per l’autonomia differenziata)

La verità è che fino a oggi i tentativi di riforma dell’ordinamento costituzionale si sono caratterizzati per l’inadeguatezza dei testi normativi (da quasi vent’anni a questa parte sempre bocciata dall’elettorato) o per gli effetti disastrosi che hanno avuto sul bilancio dello stato (dopo la riforma “federale” del 2001, la Sanità regionale ha visto un’esplosione dei costi e una diminuzione dell’efficienza).

Questi tentativi di riforma sono stati condotti senza alcuna fretta eppure sono risultati approssimativi e frettolosi nelle formulazioni. In alcuni casi (vedi riforma Del Rio) si è addirittura legiferato in attesa di una conferma referendaria mai avvenuta.

Ora, ci chiediamo: possibile che con la spada di Damocle della Riforma incombente il nostro parlamento possa riuscire ad affrontare sette punti così importanti e delicati con la giusta attenzione e accuratezza?

Nell’attuale configurazione politica di un parlamento occupato da partiti che non sembrano neanche conoscere il concetto di analisi di impatto normativa, l’esito sembra purtroppo scontato!

No. Non ci riusciranno mai!

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